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Maratea 2026

maratea 2026

Candidatura a Capitale della Cultura Italiana 2026

Il progetto

“Il futuro parte da un viaggio millenario” rappresenta non soltanto il titolo che Profili ha scelto per questa candidatura, ma l’ossatura stessa di un progetto ambizioso di risignificazione di un territorio parte di quell’Italia minore fatta di migliaia di borghi, che ne rappresentano l’ossatura. Un territorio complesso come quello di Maratea, che si è affacciato alla candidatura nel gennaio 2023, coinvolgendo un team di esperti e, insieme, la cittadinanza. Profili è stato chiamato nel mese di luglio allo scopo di concretizzare e valorizzare quanto fino ad allora realizzato, attraverso un dossier e una strategia di comunicazione.

La strategia

Come primo atto, è stato realizzato un concept di comunicazione, fondamentale sia per cominciare a scrivere il dossier, sia per costruire un gruppo di lavoro con tutti gli esperti che a vario titolo avevano costruito delle progettualità per il territorio e ovviamente con le amministrazioni pubbliche e il sociale. Abbiamo operato su più fronti, dal contenuto all’immagine, dall’analisi dei progetti alle riunioni in loco. Il dossier è stato revisionato 6 volte e inviato al Ministero della Cultura per la candidatura. Da quel momento, la campagna di comunicazione on-line e off-line non si è mai fermata, ampliandosi e rafforzandosi dopo la qualificazione tra le prime 10 e l’audizione al Ministero.

Risultati raggiunti

Al di là dei numeri, che in un progetto di così alto valore ci sembra superfluo dare, i due risultati più importanti raggiunti sono stati:

– la valorizzazione di Maratea, che da meta turistica è passata a portavoce dell’Italia “minore” grazie a un progetto di altissima qualità, propulsore di progresso sociale ed economico e insieme di una risignificazione territoriale.

– un aumento della brand awareness, un fortissimo engagement sulle pagine social, una costante attenzione mediatica durata parecchi mesi.

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Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

Il progetto

La Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto presenta coreografi internazionali, scopre giovani talenti, sperimenta in vari campi e promuove il dialogo e lo scambio culturale attraverso video, arti visive, fotografia, musica dal vivo, teatro. Al centro c’è la compagnia Aterballetto, composta da 16 danzatori stabili, più altri che orbitano attorno a singoli progetti. Dal 2022 è il primo e unico Centro Coreografico Nazionale (CCN) in Italia.

Profili ha affiancato il team interno di FND/Aterballetto con lo scopo di ottimizzare e potenziare la comunicazione digitale attraverso azioni strategiche per una promozione globale degli spazi e delle attività, oltre a una divulgazione diversificata, multilingue e mirata al coinvolgimento di un pubblico più ampio.

La strategia

Il team di Profili ha suddiviso il proprio intervento in tre aree:

  • La comunicazione digital
  • Le campagne advertising
  • Analisi dati e reportistica

Per ogni area di intervento sono stati definiti in maniera dettagliata obiettivi, azioni e previsioni di output.

La comunicazione digital

Obiettivo primario: ottimizzare e potenziare la comunicazione attuale.

Vista l’ampia offerta artistica e le differenti attività di FND/Aterballetto, il team Profili ha pensato a un sistema digital integrato che lavori in sinergia e sfrutti le peculiarità dei singoli canali nell’ottica di razionalizzazione e potenziamento del sistema attuale.

Sono stati definiti i target di ogni singolo canale di comunicazione, attuali e quelli potenziali, e stabiliti, poi, il tone of voice adatto per ognuno di loro, la tipologia di contenuto, il tipo di coinvolgimento previsto.

Canali attualmente attivi:

Parallelamente all’attività di comunicazione, sono state avanzate proposte di rafforzamento dell’identità digitale legata al ruolo della Fonderia, cuore pulsante dell’attività di FND/Aterballetto e trampolino di lancio di nuove attività, sperimentazione e ricerca

Risultati raggiunti

Il lavoro ha contribuito a diffondere e migliorare l’immagine di FND/Aterballetto attraverso i suoi canali che hanno intrapreso, durante l’intero periodo di affiancamento, una consistente e continuativa direzione di crescita, contribuendo a garantire una presenza digitale continuativa e coerente per FND/Aterballetto, rispondendo agli obiettivi che si erano delineati in partenza.

Inoltre, sono stati potenziati alcuni canali come YouTube, LinkedIn e la newsletter. Qualche numero:

  • Aumento organico dei follower e fan: Facebook +245, Instagram +6.972
  • Aumento organico della copertura dei contenuti: Facebook +25,9%, Instagram +19,6%
  • Linkedin ha raddoppiato il numero di utenti unici e ha aumentato del 90% la visualizzazione dei contenuti

Le campagne advertising

FND/Aterballetto utilizza, prevalentemente, due canali di comunicazione a pagamento: Meta Ads e Google Ad Grants. Quest’ultimo richiede una revisione periodica per evitare la sospensione.

Obiettivo primario: potenziare le prestazioni e ottimizzare il budget medio.

Le campagne advertising sono state gestite direttamente da Profili.

Risultati raggiunti

Per raggiungere i nuovi pubblici e per potenziare il database della newsletter sono state realizzate le campagne di lead generation, soprattutto per il pubblico internazionale (Francia, Germania e Svizzera)

L’account Google Ads Grant è stato riattivato, le campagne hanno generato un CTR medio del 30%.

Per dare una maggiore visibilità alle attività in Fonderia e alla tournée è stato attivato anche un account di Google Ads, improntato alla realizzazione di campagne per la rete Display. 

Le campagne su Meta hanno registrato un notevole miglioramento, con un CPC (costo per click in uscita) medio di 0,06 €.

Analisi dati e reportistica

Profili ha affiancato FND/Aterballetto nella progettazione del nuovo sito web, che è stato lanciato a fine febbraio 2023, cui sono stati collegati Google Analytics 4 e Google Search Console.

Con una cadenza periodica veniva confezionato un report dettagliato sull’andamento complessivo del nuovo sito web, le query di ricerca organica (utile per l’ottimizzazione del sito) e le prestazioni dei canali social e quelli di advertising.

Questi report rappresentavano un punto di partenza per gli interventi di ottimizzazione sia della comunicazione organica, sia di quella a pagamento. 

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Come si fa il marketing di un festival?

Nel corso degli anni, abbiamo accumulato diverse esperienze nell’organizzazione e nel coordinamento, lato marketing e comunicazione, di alcuni importanti festival di danza, musica, teatro. Tra questi: il Festival Puccini di Torre del Lago, il Napoli Teatro Festival, Novara Jazz, Oriente Occidente o, per fare un esempio più recente, la seconda edizione di Hystrio Festival, andato in scena lo scorso settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano. 

Da qualche mese stiamo lavorando alla realizzazione di un altro festival teatrale che si inserisce all’interno di un più ampio progetto di riposizionamento strategico di marketing dell’Associazione Scimmie Nude. Oltre alla storica omonima compagnia teatrale, l’associazione ha un’offerta formativa che comprende il percorso professionalizzante dei giovani attori della scuola, chiamato “Atelier”, e corsi di teatro di diversi livelli, rivolta a giovani e adulti.

Nato dalla volontà delle Scimmie Nude di celebrare i 20 anni di attività, il Festival delle Scimmie ripercorre sul palcoscenico la storia della compagnia attraverso i suoi spettacoli tra vecchie e nuove produzioni. Dal 19 al 29 ottobre quindi andrà in scena il Festival: otto giornate di spettacoli, divise su due fine settimana, dal giovedì alla domenica al Teatro Edi Barrio’s di Milano. 

Perché parlarvi di questo? Perché così possiamo provare a rispondere alla domanda: da dove si inizia a coordinare il marketing e la comunicazione di un festival? 

Si tratta di un lavoro molto complesso che difficilmente può essere sintetizzato in un paio di pagine e che, oltretutto, è diverso di caso in caso. Ciononostante, abbiamo  comunque provato a raccogliere in questo articolo  i nostri “appunti di viaggio”,  le nostre esperienze a riguardo.

Ripercorriamone, quindi, le tappe principali.

ANALISI PRELIMINARI

Alla base di tutto, prima ancora dello sviluppo dal punto di vista artistico, bisogna chiedersi a cosa vuole rispondere il nostro festival. È fondamentale, infatti, non solo a livello di marketing per costruire un “prodotto” di qualità e di successo, ma si rivelerà in seguito cruciale anche per la comunicazione dell’evento.

Per un festival è fondamentale l’analisi del contesto su due livelli, endogeno ed esogeno. Partendo dal primo, uno degli elementi cruciali e preliminari è la scelta della location che ospiterà la manifestazione. Ecco alcune domande che è utile farsi:

È  uno spazio fisso o sono più luoghi?  È all’aperto o al chiuso? Quale si adatta meglio ad ospitare il nostro palinsesto in termini di spazio, costi, raggiungibilità? Che disponibilità ci offre dal punto di vista delle tempistiche? 

È  evidente che dalla location individuata dipende il numero dei posti disponibili, un elemento su cui occorre ragionare con attenzione per evitare di non riempire a sufficienza l’evento. 

A livello esogeno, invece, tocca guardarsi intorno nel contesto di riferimento e chiedersi: ci sono altre manifestazioni simili o diverse che potrebbero togliere interesse/visibilità al nostro evento? Se sì, quali e soprattutto quando e dove avranno luogo? Possono per qualche ragione da capire entrare in contrasto con il nostro festival?

Se le risposte a queste domande saranno soddisfacenti, si potrà quindi procedere alla nota forse più dolente: la scheda costi. È, infatti, indispensabile preventivare tutte le spese connesse al festival, per definire un’entità economica totale con cui misurarsi. È  qui che bisognerà individuare il cosiddetto “break-even point”, il punto di pareggio che ci aiuterà a capire quanti ricavi occorreranno per non andare in perdita.

 

SVILUPPO

Una volta smarcate le questioni di fattibilità dal punto di vista logistico ed economico, si passa alla fase decisionale e di sviluppo. 

Dal punto di vista organizzativo, dobbiamo innanzitutto creare uno schema di lavoro che, in vista dell’evento, stabilisca ruoli, tempistiche, responsabilità.

Successivamente: procedere con la costruzione della proposta artistica e infine cercare i fornitori per le diverse esigenze a cui rispondere.

Infine lavorare sul pricing: è infatti il momento di fissare i prezzi del nostro festival e declinarlo in opportune scelte di marketing. 

Poi bisogna lavorare sulla comunicazione. Ma come?

Innanzitutto sviluppando un concept di comunicazione. Questo comprende il naming, che è molto importante. Da esso, verrà poi sviluppata l’immagine coordinata e tutto questo si tradurrà poi in scelte che influenzeranno tutta la comunicazione e la promozione. 

 

IMPLEMENTAZIONE

Questa è la fase in cui tutto quello che abbiamo sviluppato finora, soprattutto dal punto di vista della comunicazione, deve tradursi in azioni concrete. È qui, infatti, che si passa al piano più operativo che, tra le altre cose, richiede la produzione/raccolta di materiali

La comunicazione qui gioca da protagonista, poiché è chiaro che è il momento che il nostro festival raggiunga l’attenzione, l’interesse e possibilmente il desiderio del pubblico di parteciparvi. 

Attivare i canali di comunicazione online (sito, social, digital adv, digital pr, ecc) e offline (spot televisivi o radiofonici, affissioni, brochure, locandine), realizzare contenuti (video, immagini o altro), costruire un piano editoriale

Attivare un ufficio stampa e organizzare, anche una conferenza, invitando giornalisti e/o stakeholder del settore che possano dare voce al nostro festival fuori. 

 

REALIZZAZIONE e POST FESTIVAL

In prossimità dell’evento, è il momento della logistica, dell’allestimento e di tutto l’insieme dei preparativi del Festival. 

Una volta che esso avrà finalmente preso il via, non è il momento di mettersi a sedere e rilassarsi, anche se è tra le cose che si tende a pensare, erroneamente, il più delle volte. Il fatto che l’evento sia avviato, non comporta smettere di dargli risonanza.

Sarà molto importante creare un racconto attraverso testimonianze day-by-day da comunicare all’esterno. Non dimentichiamoci, infatti, che questo processo servirà a trasformare i non partecipanti di oggi nei partecipanti di domani.

Oltre a questo, è il momento di sfoderare le nostre migliori doti di public relations: se abbiamo lavorato bene, probabilmente troveremo tra il pubblico persone con cui stringere relazioni.

Questi sono i momenti più potenzialmente interessanti che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Riuscire nell’impresa significa iniziare a seminare e raccogliere, per poi mettersi in prospettiva futura di crescita

E poi, magari, goderci un po’ lo spettacolo. O almeno provarci.

 

Festival
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Studio Legale

Il progetto

Profili ha svolto per conto di uno studio legale una consulenza di comunicazione strategica finalizzata a raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Identificare una linea strategica coerente con le diverse “anime” dello Studio
  • Riposizionare i canali esistenti attraverso un nuovo concept di comunicazione
  • Aumentare la visibilità dello Studio sui canali digital
  • Far emergere la professionalità attraverso diversi format e contenuti
  • Promuovere e raccontare l’originalità dello “studio boutique”
  • Allargare il target di riferimento
  • Rafforzare la community esistente e aumentare il coinvolgimento

La strategia

Per raggiungere gli obiettivi prestabiliti, il team di Profili si è occupato di creare una strategia di comunicazione integrata per tutti i canali digital, procedendo, in dettaglio, con la definizione di un concept di comunicazione e con l’identificazione e ideazione di temi editoriali in linea con la strategia stabilita.

In tal senso sono stati individuati tre asset di comunicazione molto ben definiti e identitari, che puntassero a sdrammatizzare la pagina pur mantenendo fortissima la credibilità, come ad esempio la rubrica “Avvocabolario”. 

La linea di comunicazione messa in atto per lo Studio ha previsto una commistione di competenze al fine di veicolare contenuti di valore attraverso un linguaggio più facile e accattivante, adatto al pubblico social e accompagnato da contenuti visivi ad alto coinvolgimento emotivo e d’impatto.

Risultati raggiunti

Grazie all’intervento di Profili, la pagina Facebook e il canale Instagram dello Studio hanno sviluppato una propria identità e solidità, raggiungendo un alto tasso di copertura rispetto al passato e rispetto alla fanbase attualmente attiva.

La strategia di comunicazione messa in atto ha risposto alle aspettative di contenuto degli utenti, alla curiosità e voglia di approfondimento dell’ambito e attività legale permettendo allo Studio di far emergere la professionalità attraverso “il lato umano”, abbattendo le barriere di settore.

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Explode – Amplify your brand


Il tuo successo passa dall’unicità della tua storia

Il progetto

È un progetto che nasce dalla partnership con GAIA Formazione & Sviluppo, una realtà specializzata nella progettazione e realizzazione di interventi su misura di formazione e sviluppo professionale. 

EXPLODE – Amplify your Brand mira a valorizzare la storia delle aziende facendo leva sull’aspetto emozionale, da sempre uno strumento indispensabile per raccontare al meglio il proprio successo.

Tre i focus su cui si impernia la creazione di un percorso di storytelling emozionale su misura: 

  • Specificità, cosa rende speciale l’azienda?
  • Passato, presente, futuro, sulla base del percorso, qual è stato il punto di svolta della storia aziendale e verso quali orizzonti ci si vuole dirigere?
  • Azioni, come far emergere i valori trainanti e l’unicità di ogni realtà? 

Siamo pronti ad accompagnare le aziende a sprigionare il potenziale inespresso che è in loro.

Guarda la demo qui sotto.

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“Appunti di viaggio, che cosa ho imparato” di A. Maulini

Parte prima

Sabato 28 gennaio a Brescia, di fronte ad un pubblico di oltre 150 persone, si è tenuta l’undicesima presentazione in meno di tre mesi della nuova edizione del mio libro “Comunicare la Cultura, Oggi”, uscito a settembre 2022. In così poco tempo ho percorso centinaia, forse migliaia di chilometri, incontrato decine di persone interessanti, visto posti meravigliosi (uno dei vantaggi della cultura è che spesso si lavora in luoghi “magici”), parlato di molti argomenti di grande attualità.

Proprio per questo, sento il bisogno di fare un punto con questo articolo (diviso in due parti, per evitare una lunghezza eccessiva) su tutto quello che ho imparato (ed è tanto!!) da questi incontri in giro per l’Italia. Anche perché se ne stanno preparando altri, che verranno comunicati nelle prossime settimane nell’articolo dedicato qui sul nostro sito e sui nostri canali social.

Una premessa: quando, nel 2017, mi è venuta l’idea di riassumere in un libro il mio pensiero e l’esperienza professionale di, ormai, tanti anni di lavoro nel marketing e nella comunicazione della cultura, non avrei mai pensato che sarebbe stato così difficile. Trovare una forma completa a una materia così fluida e complessa è stata un’impresa veramente faticosa, che ha richiesto molto tempo (più di due anni e mezzo per preparare la prima edizione e poco meno di un anno e mezzo per la seconda) e a cui ho pensato di rinunciare più volte in corso d’opera. Anche perché, se già i testi sul marketing della cultura sono veramente pochi (cito i due più rilevanti: lo storico “Marketing delle arti e della cultura” di François Colbert e “Il marketing della cultura” di Alessandro Bollo), quelli sulla comunicazione (anche se nel mio la trattazione di marketing è fondamentale e propedeutica alle parti successive) sono praticamente inesistenti.

Ho dovuto quindi formarmi su tutto: come costruire un sommario, come scrivere (e ho capito che non sono una penna così facile come pensavo…), di che cosa parlare e con quale livello di approfondimento. Ho imparato prima di tutto io stesso a studiare, a non dare per scontato nulla, a controllare tutte le fonti, perché un libro, soprattutto un manuale come questo, non consente lo sbaglio e l’imprecisione. È stato un lavoro veramente certosino, in cui il mio editore, nelle persone di Sara Speciani e Giovanni Gondoni, ha svolto un ruolo assolutamente fondamentale, anche psicologico, direi.

Come racconto spesso, il libro originariamente doveva chiamarsi solo “Comunicare la Cultura”. L’aggiunta del suffisso “Oggi” è stata una mia volontà, perché nello scrivere mi sono reso conto di quanto la materia di cui volevo parlare fosse in continuo mutamento, quasi quotidianamente.

O meglio, i fondamenti (molti, ad esempio, sanno del mio amore quasi viscerale per il modello AIDA o per il macro-concetto di Identità Aziendale e i sotto concetti collegati) fortunatamente sono intatti e solidissimi; la realtà di oggi, ancora di più dopo la pandemia, ha però portato a cambiamenti molto rapidi, con presunte “rivoluzioni” che spesso si rivelano bolle di sapone (un esempio è Clubhouse che solo pochi mesi fa sembrava pronto a diventare uno dei social più di rilievo a livello mondiale, per poi rallentare e praticamente fermarsi quasi improvvisamente).

Seguirà una seconda parte di questo articolo che raccoglierà una serie di considerazioni derivanti dalle numerose riflessioni e dai ragionamenti fatti con chi ha partecipato insieme a me alle presentazioni, che rappresentano indubbiamente alcune tra le voci più influenti del panorama della cultura in Italia, come riportato nella comunicazione dei diversi incontri.

Voglio qui di seguito ringraziare tutte le persone che mi hanno onorato della loro presenza:

Emanuele Amodei, Amministratore Unico IAR – Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli

Gianluca Bellucci, Consulente in Valorizzazione e Gestione del Patrimonio Culturale 

Alessandro Borchini, Direttore Marketing e Comunicazione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Maria Borio, Scrittrice e ricercatrice

Antonella Camarda, Manager del Distretto Culturale del Nuorese

Claudia Cannella, Direttore di Hystrio Trimestrale di Arte e Spettacolo e Direttore Artistico del Teatro Verdi Pordenone

Giovanni Carta, Portavoce e Capo Ufficio Stampa del Sindaco di Firenze

Clementina Casula, docente presso l’Università degli Studi di Cagliari

Davide Conte, Economista

Luisa Cuttini, Direttore artistico di Circuito CLAPS

Roberta Ferraresi, Docente presso l’Università degli Studi di Cagliari

Raffaele Filace, Responsabile Comunicazione di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto

Emilio Gelosi, responsabile comunicazione Legacoop Romagna

Valentina Gensini, Direttore Artistico e Responsabile Area Contemporaneo Murate Art District – MUS.E

Valeriya Kilibekova, Coordinatrice Generale di Profili e Docente di Marketing e Comunicazione alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano

Lanfranco Li Cauli, Direttore Marketing e Fund Raising del Teatro alla Scala

Roberto Mercadini, Attore, scrittore, Youtuber

Marco Moledda, Coordinatore di Teatro Eliseo Nuoro

Luca Monti, Mec – Eventi e Comunicazione per la Cultura, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Giulia Muroni, Co-programmazione artistica e Comunicazione di Sardegna Teatro

Andrea Paolucci, Co-direttore artistico del Teatro dell’Argine

Francesco Pilia, Organizzatore culturale

Enrico Pitozzi, Docente di Forme della Scena multimediale presso l’Università di Bologna – DAMS

Luigi Radassao, Curatore della rassegna MO.CA SUONA

Andrea Soddu, Sindaco del Comune di Nuoro

Giovanni Soresi, Consulente di marketing e comunicazione, già Direttore Comunicazione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

Giovanni Tarpani, Comunicatore

Qui di seguito sono riepilogate le date di tutte le presentazioni che si sono svolte finora, mentre le prossime in programma le trovate nel calendario in continuo aggiornamento nella pagina dedicata al tour.


Andrea Maulini

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Hystrio Festival

Hystrio Festival 2022

Hystrio Festival

Il progetto

Hystrio Festival 2022 è la prima edizione della rassegna teatrale dedicata al teatro under 35, pensata come una sorta di ipervetrina con spettacoli e letture sceniche. La prima edizione si è svolta dal 15 al 19 settembre al Teatro Elfo Puccini di Milano.

Il focus dell’iniziativa, scaturita dell’idea della direzione di Hystrio – Trimestrale di Teatro e Spettacolo di far evolvere in un Festival la cerimonia annuale di conferimento del celebre Premio Hystrio, è stato dare ai giovani talenti l’opportunità di emergere.

In totale il palinsesto della prima edizione ha contato 6 spettacoli di compagnie under 35, 4 letture sceniche e la mise en éspace del vincitore del Premio Scritture di Scena 2022, oltre alle premiazioni a cui è stata dedicata la serata finale.

Profili si è occupato di offrire una consulenza di marketing, realizzando una pianificazione congiunta con il team interno di politiche di pricing e abbonamenti, e di comunicazione attraverso la creazione di un piano strategico per promuovere il Festival.

La strategia

Sul fronte della comunicazione, a partire da inizio luglio è stato messo a punto e condiviso un piano operativo di lavoro che andasse ad individuare le varie attività, in ordine prioritario, e le loro tempistiche di realizzazione. Tra queste: la creazione di uno spot pubblicitario destinato a Radio Popolare, la conversione dei canali di comunicazione social Facebook e Instagram di Premio Hystrio in Hystrio Festival, la creazione di una landing page dedicata, l’invio ripetuto di newsletter, lo sviluppo e la revisione del piano editoriale dei social impiegati.

Per la fase iniziale di lancio, a metà dello stesso mese è stata avviata la comunicazione social con focus sulla presentazione generale della rassegna. Per rafforzarla e darne la massima visibilità ad un ampio bacino di utenti online, sono state implementate delle campagne adv per tutto il periodo fino alla penultima giornata del Festival:

  • Meta – Facebook e Instagram
  • Google – Rete Display

Durante la fase intermedia, la comunicazione si è incentrata sulla presentazione più dettagliata degli spettacoli in programma e delle relative compagnie, alternata alla promozione delle vendite. A questo scopo, sono state aggiunte altre due campagne adv:

  • Meta – Instagram
  • Google – Rete Display con strategia di remarketing

A ridosso dell’inizio del Festival, si è tenuta una conferenza stampa nel foyer del teatro con l’invio di inviti personalizzati alla comunità di giornalisti e del teatro. Durante le cinque giornate, infine, sono stati creati e condivisi sui social contenuti vari di testimonianze day by day.

Risultati raggiunti

Social

I risultati ottenuti mostrano un andamento molto positivo per quanto riguarda l’attività sui canali social, come anche evidenziano i dati relativi alla copertura complessiva (il numero di utenti che hanno visualizzato i contenuti) dei post pubblicati: 229.777 su Facebook (82 post e 138 stories) e 22.751 su Instagram (64 post e 138 stories). Anche la scelta delle tipologie di contenuto si è rivelata efficace, che ha generato una buona risposta da parte dei follower e dell’algoritmo Meta.

Altro dato che testimonia la fruttuosità della strategia attuata è la variazione del numero di follower (+126 su Facebook e +223 su Instagram), nonché l’aumento delle interazioni degli utenti con le pagine social di HYF che dall’analisi dei dati risulta concomitante all’avvio delle campagne di sponsorizzazione su Meta.

Campagne digital advertising

La strategia di digital adv ha visto complessivamente la creazione di 5 inserzioni sponsorizzate, così strutturate:

  • nr 2. Google – Rete Display
  • nr. 1 Facebook (post in evidenza)
  • nr. 2 Instagram (post in evidenza)

Le impression totali, ovvero il numero di volte che l’annuncio è comparso agli utenti online, e il numero di click generati dagli annunci hanno raggiunto dei buoni risultati: rispettivamente 914.250 e 10.540.

La strategia di remarketing, in particolare, si è rivelata molto efficace per indirizzare una comunicazione ad hoc incentrata sulla promozione dei biglietti a tutti quegli utenti che erano già entrati in contatto con la promozione del Festival e spingerli all’acquisto: il 97% degli utenti che avevano interagito con gli annunci Display creati in precedenza (3.569), unito ad un segmento di utenti simili a loro, è tornato sulla pagina web di HYF e ha generato una conversione, ovvero ha cliccato sul bottone di acquisto biglietti (390,9 su 402 totali).

Inoltre, gli annunci hanno generato un buon numero di visite al sito di HYF: il 41% del totale delle sessioni proviene dagli annunci a pagamento (3.887) e corrisponde quasi in toto al numero di click in uscita generati dagli annunci Google Display + remarketing (3.971).

Per concludere, possiamo affermare che la prima edizione di Hystrio Festival ha ottenuto una buona visibilità e goduto di un’altrettanta partecipazione.

Non ci resta, quindi, che aspettare l’edizione 2023!

© Gabriele Lopez
Staff HYF e Profili alla serata finale © Gabriele Lopez
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Social media, cosa dobbiamo aspettarci dal 2023

Facebook, Instagram, TikTok, LinkedIn, YouTube, Snapchat, Twitch, BeReal…la fine dell’era social è sempre più vicina?

Seppur un altro anno ce lo siamo lasciati ormai alle spalle, non siamo ancora giunti al fatidico momento che vede il tramonto dei social media. Lo scenario però è in piena evoluzione ed è molto interessante da osservare.

Se in un precedente articolo avevamo approfondito quale sia il futuro della comunicazione culturale, esploriamo ora in maniera più generale i principali social media trend del 2023.

Partiamo dai big, prendiamo Meta. Parliamo di Facebook: che abbia ormai raggiunto la piena maturità del suo ciclo di vita e che la sua curva sia iniziata a discendere non è più certo un mistero. Anche quest’anno il colosso californiano ha visto calare i propri ricavi e pure il numero di iscritti, registrando un invecchiamento generale della sua popolazione media. Insomma, il social è in crisi ormai da tempo e sembra non trovare un modo per uscirne.

Su Instagram le cose si muovono senz’altro di più. Stiamo assistendo a continui aggiornamenti che portano agli Instagramer funzionalità vincenti sì, ma nella stragrande maggioranza dei casi copiate dai competitor. Già l’introduzione, anni addietro, delle Stories era stata spinta dal successo clamoroso che stava ottenendo Snapchat. Lo stesso è accaduto più tardi con i Reel, rubati spudoratamente a TikTok. Non da meno le ultime Candid Stories strizzano l’occhio – per usare un eufemismo – a BeReal. Insomma, tutto questo pare confermare la frustrazione dei vertici di Meta di dover riuscire a stare al passo con il mondo digitale che cambia molto, forse troppo, rapidamente.

Veniamo ora a LinkedIn. Non siamo forse stati i soli a notare l’evoluzione di questo social network che sembra aver preso una piega sempre meno formale e più personale. Di frequente i contenuti pubblicati hanno poco a che vedere con questioni professionali, ma al contrario toccano la sfera più intima dell’utente e vi si rintracciamo spesso forme di long-form storytelling in stile blogging. Un trend che sta generando parecchio dibattito tra le fronde più conservatrici e quelle più progressiste. Staremo senz’altro a vedere.

Atri social network, invece, sono a dir poco decollati nell’arco dell’ultimo periodo. Non stiamo parlando di TikTok – su cui, negli USA, il numero di minuti video guardati ha superato quello di YouTube – o di Twitch, ma di BeReal, il cosiddetto social anti Instagram, oppure di LOL, PHaver, Mastodon o Solcial, per citarne qualcuno.  

Ad accomunare queste piattaforme è la loro natura decentralizzata che garantisce ai propri utenti un maggior grado di controllo su contenuti da pubblicare e da fruire, così come una maggiore tutela contro il furto di dati personali, rischi di phishing o altri attacchi hacker da parte di professionisti del settore. Un tema, quello della protezione della propria privacy sul web, divenuto sempre più caldo e sempre più caro agli utenti, come ci confermano il dibattuto uso dei cookies di terze parti e delle nuove regolamentazioni vigenti in merito.

Ma al di là del successo o meno di uno o di un altro social media, che tendenze si registrano nello scenario odierno e immediatamente futuro?

Senza dubbio primeggia ancora la volontà di rendere l’esperienza sui social maggiormente immersiva. Lasciando in stand-by le sperimentazioni in corso che puntano verso la direzione della multisensorialità, il cosiddetto ”Internet dei Sensi”, in questo momento sul podio del content creation troviamo ancora video sempre più brevi in formati sempre più verticali ed estesi. Risultato? La visualizzazione su quasi l’intero schermo dello smartphone. La lunghezza ormai ideale si aggira sui 15 secondi al massimo, che sono veramente pochi.

Seguono la stessa scia dei Reel di Instagram YouTube Shorts e Amazon Video Shorts che prevedono la pubblicazione di brevissimi video di accompagnamento ai prodotti presentati/venduti sulla piattaforma.

Insomma, tutti i segnali sembrano confermare il trend di mini video che facciano immergere gli utenti ancor più all’interno del contenuto, soprattutto se includono il “closed-captioning” ovvero sottotitoli e didascalie. Per quale ragione concorrono all’efficienza di un contenuto video? Ne possiamo citare almeno tre: accessibilità, engagement e ottimizzazione per la ricerca di video.

Altro fenomeno assolutamente rilevante è il cosiddetto “social SEO” per cui i social network si stanno sostituendo sempre più ai motori di ricerca. Fatto che trova un maggior terreno fertile soprattutto tra le generazioni più giovani.

Stando al Hootsuite Social Trends Report 2023, un crescente numero di utenti tra i 16 e i 24 anni utilizza i social media come principale motore di ricerca, in particolare – come anche dichiarato dal New York Times – TikTok dalla Generazione Z. In linea generale, possiamo facilmente osservare che i social media, a partire da Instagram e YouTube ma non solo, sono ormai spesso utilizzati per le ricerche online dei brand, per reperire informazioni su prodotti, prezzi, cataloghi e scovare recensioni affidabili. Un trend vincente grazie all’uso strategico di keyword performative utilizzate nelle caption dei post, in grado di aumentare impression ed engagement in maniera molto più netta rispetto agli hashtag.

Tool online come SEMrush o Google’s Keyword Partners diventano, così, strumenti fondamentali.

E per concludere, citando il mondo degli acquisti online, l’ultimo social media trend di cui vi vogliamo parlare in questo articolo è il social e-commerce. Si tratta del fenomeno di vendita online che passa dai social network. Nonostante si registri ancora un certo livello di titubanza nel fare acquisti sui social, si prevede che esso continuerà a crescere, come già mostrano piattaforme quali Pinterest o WhatsApp Business, le più votate finora al commercio elettronico.

Questo è quello che, a grandi linee, possiamo aspettarci da questo nuovo anno che, non ci sentiamo di escludere possa anche riservare dei colpi di scena.

Ah, sembra anche essere finita l’era delle GIFs. Noi ve l’abbiamo detto poi vedete voi.


Chiara Di Meo


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Flowing Chords – Tourniquet (TesseracT)

Flowing Chords - Tourniquet (TessaracT)

Il progetto

Flowing Chords è un progetto musicale diretto da Margherita Flore.

Composto da circa 35 elementi, l’orchestra vocale ripropone in chiave moderna e dinamica brani che spaziano dal cantautorato al pop contemporaneo, dal soul all’ R&B. Nel repertorio sono inoltre incluse produzioni inedite proposte da alcuni membri del coro. Il loro primo EP è uscito nell’estate 2018 ed è disponibile su Spotify e Amazon.

L’orchestra è composta da soprani, mezzosoprani, contralti, tenori, bassi e una sezione ritmica vocale di beat box.

Flowing Chords © Paolo Soriani

A inizio luglio 2022 è uscito il loro nuovo singolo e video musicale Tourniquet (TesseracT).

L’intervento di Profili, spalmato su un arco temporale di 3 settimane, si è focalizzato sul rafforzamento della comunicazione social Facebook e Instagram di Flowing Chords relativamente all’uscita del singolo attraverso la revisione del piano editoriale e l’avvio di campagne di digital advertising.

Gli obiettivi

L’attività di Profili si è incentrata sul raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Generare conversioni di streaming YouTube con il macro obiettivo legato al raggiungimento di 30.000 views del video musicale;
  • Aumentare la conoscenza del progetto musicale ad una più ampia fetta di pubblico, anche internazionale;
  • Generare interesse e curiosità verso il gruppo musicale;
  • Aumentare l’engagement sui contenuti social pubblicati;
  • Fidelizzare il pubblico acquisito, puntando a un incremento del numero degli iscritti al canale YouTube.

La strategia

Per raggiungere l’obiettivo principale legato alle visualizzazioni del video musicale sul canale YouTube di Flowing Chords, è stata progettata e implementata una strategia di digital adv su ambe le piattaforme:

  • Google Ads – Video, attraverso la creazione di annunci sponsorizzati modalità video-in stream con obiettivo copertura e notorietà;
  • Meta Ads, attraverso la messa in evidenza di contenuti esistenti e creazione di annunci sponsorizzati in black su Facebook e Instagram con obiettivo traffico sul sito web (video YouTube).

Risultati raggiunti

Con un budget totale di 500,00 €, questi sono i risultati raggiunti:

  • Google Ads – Video: la copertura totale registrata è stata pari a 117.836 (ovvero il numero di volte che è comparso agli utenti), totale di visualizzazioni registrate pari a 11.505 (tasso di visualizzazione quasi al 10%).
  • Facebook: il post sponsorizzato ha anch’esso generato un buon risultato in termini di copertura, pari a 45.920, generando quasi 3.000 interazioni con il post e un totale di 2.775 click al video YouTube. Anche a livello di engagement l’andamento della campagna mostra un buon risultato: 107 reazioni, 37 condivisioni, 10 salvataggi e 6 commenti.
  • Instagram: i due post messi in evidenza hanno generato complessivamente una copertura pari a 48.772 e un totale di 6.673 click sul link al video YouTube, oltre a 10.443 Interazioni, 60 reazioni, 10 condivisioni, 2 salvataggi e 1 commento.

Complessivamente, quindi, in tre settimane le nostre campagne adv ci hanno permesso di raggiungere in totale oltre 212.500 volte gli utenti, portando a un numero di visualizzazioni del video YouTube generate dagli annunci Google di 11.500 cui si aggiungono i 9.448 click sul link al video generati dagli annunci sui social.

Considerato che le visualizzazioni ad oggi ammontano a 20.704 e che si è anche registrato un sensibile aumento degli iscritti al canale, possiamo dunque considerare questo risultato molto soddisfacente in linea con gli obiettivi prefissati.

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La rivoluzione podcast conquista anche la cultura!

Che i podcast abbiano riscosso un successo sempre crescente negli ultimi anni non è certo un mistero, ma perché oggi possiamo pensare di impiegarli nella nostra strategia di comunicazione culturale?

In Italia l’offerta di podcasting sta fiorendo continuamente, arricchendosi di contributi diversi che trovano applicazione in ambiti tra i più svariati: società, lifestyle, crime, gender equality, moda, ambiente e sostenibilità, informazione giornalistica, arte. Insomma oggigiorno chi più ne ha, più ne mette.

Ma da dove arriva tutto questo successo e soprattutto come?

Partiamo dall’assunto che l’ascoltatore di podcast è attivo nella ricerca di cosa ascoltare e compie deliberatamente tale scelta. Ciò significa che non è passivo di fronte ai contenuti che gli vengono proposti, come ad esempio accade agli utenti sui social che, scrollando, si imbattono nei vari post altrui.

Stando al report Ipsos Digital Audio Survey, gli ascoltatori di podcast in Italia nel 2022 sono il 36%, il +5% rispetto al 31% del 2021. Circa 11,1 milioni di utenti ascoltano contenuti audio in streaming (1,8 milioni in più rispetto allo scorso anno). La fetta più ampia di questo pubblico, il 43%, sono giovani under 35.

E indovinate?

Il 72% degli italiani ascolta podcast dal proprio dispositivo mobile, un dato che molto probabilmente è da attribuire a una delle caratteristiche fondanti il successo di questa tipologia di canale: la possibilità di ascoltarli mentre svolgiamo altre attività.

I podcast ci hanno offerto una modalità soft, non impegnativa, empatica e fruibile in qualsiasi momento di arricchire la nostra conoscenza su tematiche di nostro interesse.

Perché i podcast possono rappresentare un successo anche nella comunicazione culturale?

Per le istituzioni culturali creare un legame con il proprio pubblico o intercettarne di nuovo è una sfida che da sempre richiede un approccio legato ad una conoscenza professionale della comunicazione e anche del marketing.

Lo scopo ultimo è quello di fidelizzarlo e di mantenere con esso un rapporto che vada oltre lo spazio fisico (come quello museale, teatrale, ecc.), che sappia raggiungerlo anche a distanza, secondo un approccio audience-oriented.

Inoltre la vision di qualsiasi ente che si occupa di cultura, nella sua più ampia accezione, è incentrata sulla crescita personale e collettiva degli individui attraverso l’arte. Questo fattore legato all’accrescimento formativo è proprio l’essenza stessa dei podcast. Inoltre, ecco alcuni dei principali vantaggi legati al loro utilizzo:

  • Acquisire nuovo pubblico
  • Fidelizzare il pubblico esistente
  • Fare divulgazione aggiuntiva e quindi offrire contenuti di approfondimento
  • Raggiungere il proprio target o i propri segmenti di target

Quali podcast per il pubblico della cultura?

Ad oggi sono tantissimi quelli riservati al pubblico della cultura che popolano le note piattaforme di streaming. Realizzati da privati (Storielibere, Morgana) o in collaborazione con realtà istituzionali (Ministero della Cultura, Paladine), i prodotti podcast contribuiscono a portare prospettive diverse, approfondimenti e curiosità relative a un settore spesso relegato a una comunicazione old-fashioned o poco incline alla colloquialità in termini di linguaggio.

Una cultura a puntate, per così dire, capace di catalizzare l’attenzione del pubblico attraverso contenuti di valore, ben strutturati e calibrati, ricchi di voci e suoni che accompagnano l’ascoltatore in un mondo senza immagini. La struttura stessa dei podcast gioca un ruolo importante. Ecco, infatti, le tipologie più comuni:

  • L’intervista: prevede la presenza di un host e di un ospite, talvolta più di uno, il che garantisce un contenuto sempre vario e differente. Inoltre, ciò rende possibile accrescere la propria audience, raggiungendo anche il pubblico dell’ospite. In ambito culturale, un esempio di questi è Voce ai libri!
  • Il free-talk: è la combinazione perfetta tra attualità e improvvisazione. Una dose generosa di ironia ed empatia non fanno che dare quel sapore in più ad un prodotto di questo tipo, assicurandone il successo. Un esempio nella cultura? Artefatti!
  • La narrazione: il ruolo principale lo gioca la storia in sé. Basta soltanto scegliere un aneddoto o un episodio vincente da raccontare, senza dimenticare di creare un po’ di suspense tra una puntata e l’altra…e il gioco è fatto. Paladine realizzato dal MiC, in questo caso, merita un ascolto!

Altri esempi di podcast legati alla cultura:

A piece of Work (MOMA)

Artribune

LessonPod: pillole di cultura!

Morgana

Una specie di tenerezza (Chora e Punta della Dogana)

In buone mani (Mia Ceran)

Voce ai libri

Per concludere, possiamo affermare che il sodalizio tra podcast e cultura si sta rivelando sempre più vincente. Senz’altro può rappresentare una nuova modalità di fare comunicazione e marketing, ma dobbiamo sempre ricordarci che prima di approdare su questa tipologia di canale è il caso di chiederci che cosa abbiamo realmente da raccontare che possa essere di valore per il nostro pubblico.

Content – insomma – is always king.

Consiglio finale? Fate il pieno di podcast e provate a studiarveli un po’… se avete una storia da raccontare e siete creativi al punto giusto, non sarà difficile trovare il format perfetto!

Chiara Di Meo, Rossella De Toma